Potete vestire il vostro cane da leone “solo se sapete che lo accetta senza sofferenza”
Al carnevale degli animali di Napoli va in scena il paradosso animalista
E così la Asl ha ottenuto in extremis che venisse rimaneggiato il programma del Pet Carnival in programma ieri a Napoli: si rischiava che il concorso per la miglior maschera indossata da un animale domestico costringesse cani e gatti a trascorrere ore in abiti scomodi, innaturali e ridicoli. La decisione è significativa. Agli animali domestici vengono riconosciuti il diritto fisico a non indossare nulla che possa danneggiare la salute (quindi niente tacchi né berretti), il diritto ontologico a non venire trasformati in qualcosa di diverso da ciò che la natura ha destinato (quindi niente divise da Superman), il diritto morale a non essere vittime di dileggio (quindi niente molossi in tutù). Come regolarsi? Sulla pagina Facebook dell'evento appare ad esempio un cane travestito da leone: dovrebbe andar bene perché la salute non è danneggiata dalla criniera finta, la natura cataloga entrambe le specie fra i quadrupedi e la morale è salva, perché prima di prendere in giro un cane travestito da leone ci penserei due volte; ma gli organizzatori raccomandano di travestire il cane da leone “solo se sapete che lo accetti senza sofferenza”.
Questo pone alcuni problemi pratici. Come glielo domandiamo? Come fa a informarci che preferirebbe invece travestirsi da cavalluccio marino? Il diritto va esteso anche ai bambini saggi che si mascherano controvoglia? Cosa facciamo degli infanti ignari, portati in passeggino camuffati da bestioline? Gli animali inoltre vanno difesi in base a un sentimento umano, che è l'amore, ma lo stesso sentimento porta a umanizzare gli animali quindi anche a mascherarli: quando esploderà questa contraddizione dell'animalismo? La struttura medica ha specificato che la direttiva non è un divieto ma una prescrizione: come mai si è espressa solo la Asl veterinaria? Non sarebbe stato più utile prescrivere qualcosa ai padroni, anziché agli animali?
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