Benoit Hamon, candidato dei socialisti francesi alle presidenziali (foto LaPresse)

Il nuovo nome che si è data la gauche in realtà è vecchio, come i suoi parlamentari

Antonio Gurrado

Lo "pseudo restyling" della sinistra francese in senso anti-Macron svela similitudini poco nobili con la sinistra italiana

Non so se potremo mai avere un Macron italiano in quanto, per avere un Macron, bisogna essere francesi, così come per avere un Corbyn bisogna essere inglesi, per avere un Sanders bisogna essere americani e per avere uno Tsipras, o quel che ne resta, bisogna essere greci. Occorre insomma porsi nella prospettiva di colui il quale, richiesto del perché ci fossero pochi filosofi spagnoli, rispose di rimando: “Ma avete mai visto un torero tedesco?”.

 

Un'eccezione a questa regola giunge dalla notizia che ieri sera, all'atto di depositare la lista di appartenenza ai gruppi parlamentari dell'Assemblée Nationale, i pochi deputati del Partito socialista francese si sono registrati sotto un nome diverso: Nouvelle Gauche. Si tratta di un tentativo di far fronte alla débacle elettorale trasformandola in purificazione antimacroniana del partito. Stefano Montefiori fa però giustamente notare sul Corriere che la Nouvelle Gauche dei deputati socialisti ha ben poco di innovativo, essendo costoro ricorsi a un nome che era già stato appannaggio di un movimento di sinistra quasi estrema un quarto di secolo fa. Non solo: un Mouvement Uni de la Nouvelle Gauche era già sorto negli anni Cinquanta dalla fusione fra Giovane Repubblica, Unione Progressista e Centro d'Azione delle Sinistre Indipendenti, salvo poi confluire due anni dopo nell'Unione della Sinistra Socialista. Insomma, gli esponenti di questa nuova ala sinistra francese sono vecchi, presuntuosi, transeunti e marginali. In Italia ce li abbiamo già.

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