Trooping the Colour, i reali al balcone (foto LaPresse)

Tempi duri per i reali inglesi

Antonio Gurrado

L’invito assurdo di un'associazione al principe William e l’intervista ragionevole a Lady Diana

Siccome viviamo nell’epoca dell’eccezionalità di massa, sono tempi duri per le persone eccezionali. I reali inglesi forniscono esempi a bizzeffe. State pur certi che domenica, quando Channel 4 trasmetterà l’intervista segreta a Lady Diana, il disappunto popolare si concentrerà sull’esclamazione del principe Carlo: “Non pretenderai mica che io sia il primo principe di Galles a non avere l’amante!”.

 

E aveva ragione, poiché il regno di Carlo II non sarebbe stato lo stesso senza Nell Gwynn, né quello di Riccardo II senza l’affetto per Robert De Vere; Henrietta Howard fu l’amante di Giorgio II per dieci anni buoni, Enrico VIII ebbe forse più amanti che mogli ed Edoardo II disseminò l’isola di figli illegittimi. Eppure si pretende che il futuro Re Carlo si comportasse come un qualsiasi marito borghese.

 

Intanto, da San Francisco, l’associazione Having Children ha scritto una lettera al principe William chiedendogli di astenersi dal dare un terzo figlio a Kate: “La pianificazione familiare dovrebbe essere incentrata sui bambini, allo scopo di assicurare a tutti loro, nella vita, le pari opportunità che meritano in un ambiente più salubre, più sicuro e più verde”.

  

Il principe William non ha risposto. Avrebbe potuto replicare che la sua ava Victoria ebbe una decina di figli perché tale era il suo piacere, e che è quanto meno singolare pretendere che il Duca e la Duchessa di Cambridge si sforzino di essere d’esempio a proletari ecologisti ostili al genere umano. L’invito di Having Children sembra assurdo e l’intervista a Lady Diana sembra ragionevole ma, ciò nonostante, sono due corni della medesima follia.