"Il Signore delle mosche" declinato al femminile fa arrabbiare le femministe
Nel film dei registi Scott McGehee e David Siegel, a differenza del celebre romanzo di William Golding, saranno un gruppo di ragazzine a lasciarsi andare a ogni efferatezza su un’isola disabitata del Pacifico
Attenzione, “Il Signore delle mosche” non è “Ghostbusters”. L’anno scorso aveva fatto scalpore una nuova versione del film sugli acchiappafantasmi in cui i quattro ruoli principali, originariamente maschili, erano interpretati da donne. Questo mezzuccio garantiva il doppio vantaggio di far parlare del film più di quanto meritasse e di tacciare di sessista chiunque dicesse che il film non faceva ridere, per il semplice fatto che non faceva ridere. Ora ci riprovano i registi Scott McGehee e David Siegel, impegnati in un rifacimento de “Il Signore delle mosche”; solo che, a differenza del celebre romanzo di William Golding, i piccoli naufraghi che si lasciano andare a ogni efferatezza su un’isola disabitata del Pacifico saranno non più dei ragazzini ma delle ragazzine. Una curiosa alleanza di femministe e studiosi di letteratura inglese s’è levata a protestare. Golding infatti aveva deliberatamente scelto di mostrare la degenerazione di una società di giovani maschi sia perché egli stesso era stato un giovane maschio, sia perché riteneva che un gruppo di ragazzini allo stato brado fosse una corretta riproduzione in scala della gerarchia sociale; le femminucce essendo per natura più remissive, non avrebbero fatto gioco al romanziere. Se ne deduce pertanto che, se Golding avesse provato a immaginare l’isola deserta conquisa da naufraghe ragazzine, anziché “Il Signore delle mosche” avrebbe scritto “Piccole donne crescono”. A meno che McGehee e Siegel non stiano provando a narrarci l’evoluzione del genere femminile nel mezzo secolo intercorso: magari vogliono illustrarci come sin dalla tarda infanzia le donne siano diventate talmente competitive e spietate da far impallidire i ragazzini malvagi che avevano elevato a totem diabolico una testa di maiale divorata dagli insetti – il Signore delle mosche, appunto, traduzione in termine correnti del nome Belzebù. In tal caso però i registi dovrebbero avere il coraggio di trarre le inevitabili conclusioni dal proprio ragionamento e scandalizzare i benpensanti intitolando il loro film “Lady of the flies”, la Signora delle mosche.