Robert Lewandowski (foto LaPresse)

Studenti italiani, seguite l'esempio di Lewandowski

Antonio Gurrado

Il calciatore polacco si è laureato presentando una tesi su se stesso. Per la serie "Studia quello che ti piace"

Il calciatore polacco Robert Lewandowski ha appena conseguito la laurea a Varsavia. Poiché l’ateneo è un’università a indirizzo sportivo, Lewandowski ha scelto di studiare Management dello Sport; poiché l’impegno da calciatore professionista sottrae molto tempo allo studio, Lewandowski ha ottimizzato i tempi analizzando sul campo la gestione di un calciatore professionista; poiché non si può pretendere che docenti polacchi conoscano nel dettaglio giocatori di secondo piano o addirittura stranieri, Lewandowski si è dedicato allo studio del più celebre calciatore polacco; poiché il più celebre calciatore polacco è Lewandowski, Lewandowski ha scritto una tesi su se stesso. S’intitola “RL 9, la via verso la fama” ed è stata valutata col massimo dei voti: sarebbe stato sorprendente il contrario. Se infatti un commissario avesse contestato al candidato Lewandowski qualche carenza o imprecisione nel suo studio sul calciatore Lewandowski, subito si sarebbe levato l’esperto Lewandowski a rivendicare che nessuno meglio di lui è in grado di conoscere in modo completo e preciso l’uomo Lewandowski.

  

La Polonia non è così lontana, pertanto è auspicabile che l’esempio venga seguito anche dai nostri studenti, in tutte le materie. Un laureando in filosofia potrebbe presentare una tesi innovativa su un promettente giovane filosofo, e un laureando in ingegneria passare nel dettaglio i progetti che mira a realizzare una volta laureato; a chi studia psicologia si aprirebbero praterie per tesi di accurata autoanalisi, per non parlare della mise en abîme di tesi in pedagogia dedicate alla stesura di tesi in pedagogia (già pregusto l’introduzione: “Il primo capitolo di questa tesi parlerà del primo capitolo di questa tesi, mentre il secondo affronterà i temi del secondo”). Sarebbe la soluzione all’annoso problema degli studenti impreparati, la piena realizzazione dell’èra del selfie, il degno compimento di quel luogo comune che suona: “Studia quello che ti piace”. 

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