L'ipocrisia di Football manager di rendere gay i calciatori virtuali
Nella prossima edizione del videogioco manageriale alcuni giocatori si dichiareranno omosessuali. Cosa c'è che non va nella decisione
Il direttore della Sports Interactive, casa di produzione di videogame sportivi, ha annunciato che nella prossima edizione di Football Manager alcuni giocatori si dichiareranno omosessuali. Per chi non fosse avvezzo, stiamo parlando di un videogame manageriale: a differenza di quelli come Fifa o Pes, in cui il grosso della fatica consiste nel condurre la squadra in campo facendo muovere i calciatori durante le partite, in Football Manager ci si scervella (in media per 200 ore a utente, stando alle statistiche) soprattutto gestendo la squadra dietro le quinte. Bisogna disegnare gli schemi, amministrare le finanze, valorizzare le risorse umane, tenere a bada la stampa, sopravvivere al calciomercato. In pratica, un secondo lavoro.
Per rendere più sapido il gioco, di tanto in tanto intervengono squilibri ambientali: nell’edizione dello scorso anno, per esempio, un’imprevista hard Brexit complicava i trasferimenti di calciatori oltremanica. Il coming out dell’occasionale terzino è uno di questi fattori. Ovviamente lo si introduce per favorire la tolleranza, argomenta il direttore, anzi per dimostrare che è una cosa normale che tutti possono aspettarsi a breve termine, anzi per incoraggiare i veri calciatori in attività a non avere remore a essere sé stessi in un ambiente, più che omofobo, genericamente refrattario alla sincerità.
Fatto sta che nel videogioco ci sono alcuni caveat. Anzitutto, si dichiareranno gay solo giocatori fittizi, per timore che quelli veri, scoprendo che il proprio avatar ha fatto coming out, denuncino la Sports Interactive; incoraggiamento piuttosto timido, presupporre che una finta omosessualità comporti diffamazione. Poi, il programma impedirà che si espongano calciatori immaginari provenienti da nazioni dove l’omosessualità è un reato; come a dire che essere sé stessi è un valore solo se non implica azioni legali di utenti fondamentalisti contro la casa produttrice. Infine, il capolavoro: dopo che un calciatore, immaginario e occidentale, avrà fatto coming out, ecco che le finanze virtuali della società rifioriranno grazie ai versamenti da parte della comunità Lgbt; come a dire che oggi l’omosessualità conviene, e che lì dove cessa l’ipocrisia può cominciare l’opportunismo.