Perché le bambole gonfiabili segneranno il futuro del nostro rapporto con le macchine
La pulsione sessuale ha sovente trainato l’innovazione tecnologica
Costare costano molto, sui tremila euro le più scaberce fino alla ventina di migliaia per le più sofisticate; ma le bambole gonfiabili, che sono ormai il più ardito ritrovato dell’intelligenza artificiale, più che l’evoluzione dei nostri miserrimi costumi sessuali segnano il futuro del nostro rapporto con le macchine. Del resto è sempre stato così: la pulsione sessuale ha sovente trainato l’innovazione tecnologica (pensate al videoregistratore, nato per guardare di nascosto ciò che ci si vergognava di guardare al cinema) spingendo l’uomo a escogitare mezzi sempre nuovi per vivacizzare un’attività che, di per sé, è ripetitiva e animalesca.
Sdoganate perfino da una panoramica borghese sul Corrierone, queste bambole – si apprende – non sono più canotti bucati bensì affascinanti robot interattivi, disponibili in forma e materia sempre più realistiche nonché contorte nel loro riprodurre ogni piega dell’animo umano oltre che del corpo. Un produttore è convinto che prima o poi sarà possibile non solo sposarle ma anche, non è chiaro come, renderle madri. In attesa di scoprire se i loro bebé somiglieranno più al papà o alla mamma, è già un fatto che fra pochi mesi verrà introdotta sul mercato una bambola capace di giudizio morale, che a fine giornata sarà in grado di mortificare il proprietario rinfacciandogli di essersi comportato con lei in maniera poco gentile e tenergli il muso; mentre è già disponibile un modello che, di fronte alle avance, oppone resistenza dicendo che no, non vuole, bisogna togliergli le mani di dosso. Ovviamente associazioni femministe hanno già protestato e, altrettanto ovviamente, presto sbucherà qualcuno intento a difendere i diritti delle bambole del sesso a rifiutarsi di svolgere il proprio lavoro, ciò per cui sono state pagate e profumatamente. Così la pruderie politicamente corretta attualmente in voga condurrà l’innovazione tecnologica verso un mondo ideale in cui le macchine costeranno tanto più quanto più libere saranno di decidere cosa fare quando par loro, mentre noi uomini osserveremo compiaciuti e impotenti la nostra progressista liberalità.