Dite ad Asia Argento che le donne non renderanno il mondo migliore
Le donne vinceranno la guerra dei sessi, ma questo non porterà che a un semplice capovolgimento dei ruoli
Per capire chi stia vincendo la guerra dei sessi si può leggere “Ragazze elettriche” (ne ha già parlato Annalena qualche giorno fa). Per i pigri, basta guardare le figure. Il romanzo di Naomi Alderman (edizioni Nottetempo) è illustrato da Marsh Davis e, verso la fine, presenta due statue: un uomo con barba e orecchini, dalle labbra protese in modo sussiegoso e una mano adagiata sul petto; una donna nuda onusta di monili, con la vagina in vista e in posa sfacciata. Si tratta di un re sacerdote in steatite e di una danzatrice in bronzo, reperti archeologici della civiltà di Mohenjo-Daro, risalenti grossomodo a quattromilacinquecento anni fa. In questo romanzo distopico, dove le donne scoprono il potere di fulminare i maschi a nude mani e ne approfittano per prendere il sopravvento onde dominare in eterno, i reperti vengono invece presentati a didascalie invertite rispetto alla reale catalogazione archeologica: l’uomo diventa un giovane servo utilizzato come oggetto sessuale, la donna una regina sacerdotessa in aggressiva attesa di venire adorata. Atti e gesti restano identici ma basta cambiare il contesto per invertire l’egemonia.
Mancando elementi per giudicare dei rapporti di forza fra i sessi al tempo di Mohenjo-Daro, gli archeologi hanno automaticamente attribuito alla bellezza del maschio un ruolo di potere e ricchezza, alla bellezza della femmina un ruolo di bassa sensualità. Se il mondo fosse dominato dalle donne, come nella finzione romanzesca, gli uomini sembrerebbero sempre schiavi o puttani e rileggerebbero millenni di storia interpretandola in chiave lacrimosa. L’attuale illusione è che l’uomo sia moralmente spregevole di per sé (“La colpa è degli uomini”, dice Laura Boldrini) e che la ribellione delle donne porterà a un mondo migliore (“Noi abbiamo il potere”, scrive Asia Argento su Instagram). La guerra dei sessi cerca di correggere eticamente una mera contingenza storica; l’uomo perderà ma il contesto non diventerà migliore, sarà solo capovolto.