E' la gogna social ad avere ucciso la pornostar August Ames
Aveva 23 anni e la polizia virtuale del pensiero unico l'aveva accusata di omofobia, fraintendendo il significato di libertà sessuale
Non so, non ricordo se ho mai guardato video della pornostar August Ames; so però che da oggi non potrò più guardarne perché altrimenti penserò al suo corpo appeso al soffitto dopo un tweet in cui sfanculava tutti i suoi detrattori più aggressivi. È accaduto che avesse ricusato di girare una scena con un attore che in passato aveva interpretato film gay e, giubilata dalla produzione, avesse inviato un appello alle colleghe a non sostituirla nella parte. Ovvia è partita l'accusa di omofobia, che sui social network è diventata un tam tam selvaggio, del tutto dimentico della differenza fra una pornostar e una prostituta. Il motivo per cui un'attrice porno può essere ritenuta un simbolo di libertà sessuale è che da contratto può sempre decidere insindacabilmente con quale partner rifiutare di farsi riprendere senza ricadute lavorative. Altrimenti è sfruttamento. La polizia virtuale del pensiero unico, attivissima quando si tratta di difendere cause astratte, nell'additarla come omofoba ha dimenticato di rispettare questo dettaglio della sua vita personale e professionale. Assieme al suo corpo, dallo stesso soffitto penzola questa responsabilità. Aveva ventitré anni, se ancora vi sentite nel giusto.
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