Il rimpatrio della salma del re e i capricci di una nazione adolescente
Le polemiche per il ritorno dei resti di Vittorio Emanuele III a Vicoforte dimostrano solo che l'Italia deve ancora imparare a fare la pace sol suo passato. Parola di Cromwell
Goode e’ening, Oliver Cromwell’s statue speaking – Buonasera, vi parla la statua di Oliver Cromwell. Apprendendo delle vostre polemiche sul rimpatrio della salma di Vittorio Emanuele III, mi sono chiesto se non fossero il sintomo del fatto che l’Italia è una nazione adolescente. A conti fatti esiste da un secolo e mezzo circa, ha stabilito i propri confini ancora dopo, è diventata Repubblica la miseria di una settantina d’anni fa. Quando si è così giovani è ovvio mostrarsi ostili al proprio passato, perché si è ancora in cerca di un’identità definita. Capisco le giuste remore della comunità ebraica ma capisco meno i capricci dei Savoia viventi, il gongolio provinciale degli amministratori di Vicoforte, la polemica scontrinista di Liberi e Uguali sui costi del volo funebre, per non parlare della piccata dichiarazione tautologica della sindaca di Roma: “La monarchia fa parte del passato di questa repubblica”. Calm you down, è solo febbre di crescita. In Inghilterra si maneggia la parola Parlamento da ottocento anni, quando ancora voi stavate a baloccarvi coi Papi che scomunicavano gli Imperatori e cogli Imperatori che deponevano i Papi: come in ogni nazione matura, qui i conti col passato si fanno da adulti. Prendete me. Sono il distruttore della monarchia, il fanatico puritano, l’autore di un mezzo genocidio in Irlanda – eppure oggi sono una statua dinanzi a Westminster, bronzea e fiera. Quando consegnerete il passato al passato, lasciando che i morti seppelliscano i morti? Qualcosa forse si sta muovendo: ho saputo che al Comune di Roma il Movimento 5 Stelle ha fatto revocare l’esilio comminato duemila anni fa a Publio Ovidio Nasone. Di questo passo, però, potreste metterci parecchio.