Deneuve vs Argento? No, la vera questione è se l'uomo è una "bestia da sesso"
Il confronto tra la leader delle Femen Inna Shevchenko e la scrittrice d'arte Catherine Millet dopo l'appello sulla libertà di importunare pubblicato sul Monde
Lasciate perdere Catherine Deneuve e pure Asia Argento: la diatriba davvero interessante dopo l'appello per la libertà d'importunare pubblicato sul Monde e tradotto sul Foglio di oggi è quella, filosoficissima, fra Inna Shevchenko e Catherine Millet. La prima è la leader delle Femen, che usano il proprio corpo nudo come arma di protesta politica; la seconda è una nota scrittrice d'arte che ha avuto un enorme succès de scandale con l'autobiografia erotica "La vita sessuale di Catherine M." (in Italia, Mondadori). Sull'Huffington Post la Shevchenko rinfaccia alla Millet di "rifarsi alla desueta concezione pascaliana del corpo disconnesso dallo spirito": secondo la Shevchenko questa connessione è invece talmente inestricabile che due atti sessuali meccanicamente identici possono risultare opposti a seconda dello spirito con cui li si affronta. Naturalmente la Millet – che ha sottoscritto l'appello sul Monde – non nega che il sesso senza consenso sia un reato. Sostiene una teoria molto più sottile, che aveva spiegato bene in un articolo uscito qualche anno fa sulla rivista di Gallimard, L'Infini, onde difendersi dalle polemiche bigotte contro il proprio libro. Per la Millet la libertà sessuale è tale solo quando: a) non segue nessun modello erotico preordinato e b) non considera il corpo entro un ruolo o un gruppo sociale costituito (l'essere femministe o il sentirsi vittime, ad esempio). La libertà sessuale si realizza solo per mezzo della "distanza" o di un "rapporto speculare con se stessi": "Non per il solo fatto che si tratta di sesso", scrive la Millet, "dovrei rinunziare alla mia coscienza come durante un'estasi". Questa è la capacità di disconnettere lo spirito dal corpo – ovvero, nei termini di Pascal, "piegare la macchina". La vera partita dunque non è fra femministe belligeranti e libertine fiancheggiatrici del maschilismo: è fra chi crede, come la Shevchenko, che il sesso sia superiore all'uomo quindi lo domini incontrollatamente rendendolo una bestia, e chi, come la Millet, crede che l'uomo sia superiore al sesso quindi possa dominare le proprie pulsioni per mezzo del distacco. Il resto è gossip, buono tutt'al più per un discorso ai Golden Globe.