Il perfetto antidoto a Luigi Di Maio è Ferdinando IV di Borbone
Il re di Napoli, nel Settecento, volle convertire un ozioso casino da caccia sito nell’agro di Caserta in uno dei più grandi esperimenti sociali dell’epoca: il Real Borgo di San Leucio
Il perfetto antidoto a Giggino Di Maio è Ferdinando IV di Borbone. Il re di Napoli, nel Settecento, volle convertire un ozioso casino da caccia sito nell’agro di Caserta in uno dei più grandi esperimenti sociali dell’epoca: non il reddito di cittadinanza bensì una comunità di centinaia di lavoratori, tutti filatori di sete pregiate, che vivevano e operavano all’interno di una cittadella amena e felice. Il Real Borgo di San Leucio (tuttora visitabile) ospitava solo setaioli che si dimostravano eccellenti ed era dotata di proprie scuole e di una legislazione a sé stante; donne e uomini godevano degli stessi diritti ed erano consentiti i matrimoni d’amore fra lavoranti. Le fabbriche erano dotate di macchinari d’avanguardia e il sovrano stesso - che disponeva di proprie stanze in loco per poter occasionalmente dormire vicino ai setaioli - regalava un piccolo telaio a ogni nuova famiglia, così che l’arte venisse tramandata ai figli. La Rivoluzione del 1799 gli impedì di ampliare il progetto trasformando San Leucio in una grande città ideale; poi, con l’Unità d’Italia, decaddero la fabbrica e l’utopia di un meridione operoso e autosufficiente. Il borgo è stato aggregato al Comune di Caserta; nel collegio uninominale, il Movimento 5 Stelle ha preso il 54%.
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Le incoronazioni costano, scandalizzarsi no
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