Harry, il principe ranocchio
La "favola" della principessa che, con un bacio, trasforma un nobile in borghese. L'opposto di quanto successo con Lady Diana
Ma perché tanto scalpore, perché dare tanto in smanie per le nozze di un cadetto dei Windsor? Nel royal wedding di sabato, un occhio allenato all’aristocrazia avrebbe visto niente più del tramonto di un principe che sarebbe stato un ottimo Enrico IX, degno erede dell’ultimo sovrano omonimo che, per un capriccio personale, mise a soqquadro l’anima dell’Inghilterra ma la dotò di una sua spiccata personalità. Fosse stato primogenito, l’Harry a pezzi dei tempi in cui era vizioso e scapestrato avrebbe agito all’altezza di un Enrico I, che nel XII secolo morì per indigestione di anguille, o di un Enrico III che nel Duecento possedeva un orso e gli faceva fare il bagno nel Tamigi. E così via. Ora che purtroppo ha messo la testa a posto, perché la gente si mostra tanto interessata allo sposalizio cui Harry si è arreso?
Quando vivevamo nell’epoca ingenua delle favole, ci eravamo sciolti vedendo Lady Diana abbandonare il guscio borghese per diventare principessa. Ora che viviamo nell’epoca delle stories sui social, in cui qualsiasi persona si sente protagonista di una vita scintillante, ci siamo entusiasmati scoprendo questa Meghan capace di trasformare un rito aristocratico in confusa carnevalata. Vedendo il principe Harry legarsi a un’americana schierata sempre dalla parte giusta del politically correct e scomparire nella sua ombra, ci siamo estasiati per la favola della principessa che, con un bacio, trasforma un nobile in borghese.