Va bene il #metoo ma non c'è bisogno di scusarsi, Bridget Jones
L'eroina di Helen Fielding arriva a negare ciò che Aristotele aveva esposto nella "Poetica"
Le scuse di Bridget Jones uccidono Aristotele. Dopodomani uscirà il volume collettaneo "Feminists don't wear pink (and other lies)" il cui pezzo forte sono alcune pagine scritte da Helen Fielding per far dire alla sua adorabile eroina, in sintesi: non avrei dovuto accettare ciò che mi è accaduto, non avrei dovuto consentire che il mio capo commentasse la mia gonna corta e che Mister Fissatette mi fissasse le tette; soprattutto non avrei dovuto fare dell'humour al riguardo come se niente fosse. Peccato, perché se non l'avesse fatto avremmo perso forse un paio fra i migliori romanzi della letteratura inglese contemporanea, sicuramente fra i più gradevoli. E soprattutto avremmo smarrito quel principio di buon senso che fa sì che non tutti i lettori di Dostoevskij passino il tempo libero a lanciare vecchine giù dalle scale: ossia il presupposto che i personaggi letterari compiano (o subiscano) azioni inaccettabili, senza per questo renderle accettabili; sollevando anzi nel nostro intimo una crisi che ci pone la questione di come ci saremmo comportati noi al loro posto.
In sostanza è il principio che Aristotele aveva esposto nella "Poetica", ora son duemila e rotti anni: "Necessariamente vanno sottoposti a tale azione coloro che vanno soggetti alle passioni, in modo conveniente a ciascuno, acciocché in tutti si generi una catarsi e un alleggerimento piacevole". In nome di quell'alleggerimento l'arte sublima le passioni peggiori, sceverandole da ciò che hanno di deteriore, e consente di leggere di Mister Fissatette facendosi una risata; con quella catarsi l'arte libera l'animo dello spettatore dalle passioni cui assiste, facendo irrompere la crisi nel suo cuore. Va bene il #metoo ma non c'è bisogno di scusarsi, Bridget Jones: proprio leggendo quelle pagine incriminate chissà quanti uomini si saranno vergognati di essere stronzi come Daniel Cleaver, chissà quante impiegate avranno tratto ispirazione per smontare il capo molesto con una battuta al cianuro o con una pedata fra le gambe.