Quanto sono vecchi i giovani del Pd
Il trentenne Dario Corallo, più giovane candidato alla segreteria, attacca Roberto Burioni ricorrendo a un vocabolario passé e a tutto un antiquato armamentario
Dalla polemica con Roberto Burioni ho capito quanto sono vecchi i giovani del Pd. Paragonando l'atteggiamento del partito nei confronti delle masse a quello del virologo nei confronti dei no-vax, il trentenne Dario Corallo – più giovane candidato alla segreteria – è ricorso a tutto un antiquato armamentario su cui gli ha dato manforte la sedicente corrente hipster denominata HD. Sotto gli abiti informali dello studente irsuto, Corallo rispolvera un vocabolario passé, non tanto rivolgendosi agli astanti con l'appellativo vintage di “compagni” quanto invece mostrando di prediligere parole come “bulleggiare”, “resettare”, “escludente”, “h24”: tutti neologismi facili a passare di moda come i tanti di cui sono pieni i cimiteri dei vocabolari andati. Accusando il Pd di avere umiliato il 99% degli elettori che avevano espresso dubbi sulla politica, così come i no-vax li esprimono sulla scienza, Corallo dimostra inoltre di non credere che le élite siano avanguardia; sottintende invece che il progresso non vada conseguito mandando i più capaci in avanscoperta (come fa la scienza) bensì trattando un compromesso con chi, per incompetenza od ottusità, vorrebbe che il mondo procedesse all'indietro. Rimprovera infine al Pd di aver voluto elevare la politica a “scienza assoluta”. Con questa polemica Corallo, laureato in filosofia, suggerisce una concezione della verità che sembra un cascame delle inconcludenti assemblee anni Settanta: una rivelazione che va costruita collettivamente per mezzo del confronto, sedendo in cerchio attorno a un interrogativo, anziché approcciarla in maniera sistematica per definirla con certezza, secondo l'avveniristico metodo di Aristotele. Che, da due millenni e mezzo, continua a incontrare sacche di resistenza nei passatisti del pensiero.