Perché hai deciso di scrivere un libro? E gli sventurati risposero
C'è un velo d’ipocrisia che rende le interviste agli pseudoautori di pseudolibri un esercizio di stile a sé stante
“Perché hai deciso di scrivere un libro?” domanda l’intervistatore a un cantante, o a una cantante, o forse a un attore o a un’attrice o a un qualsiasi personaggio mediatico, non voglio ricordare quale. Le risposte spaziano dall’urgenza creativa alla necessità di raccontare la storia che si cova dentro, dal sogno nel cassetto all’ambizione primigenia di essere all’altezza del proprio scrittore preferito. L’intervistatore chiede, l’intervistato risponde, il lettore legge e magari compra senza che nessuno rompa il velo d’ipocrisia che rende le interviste agli pseudoautori di pseudolibri un esercizio di stile a sé stante. Vorrei infatti che la prossima volta il cantante, la cantante o l’attore/attrice eccetera rispondesse con la verità: “Ho scritto un libro perché, come tutti gli ignoranti, credo fermamente nel valore salvifico della letteratura e nel prestigio sociale dell’editoria. L’ho scritto perché mi vergogno di cantare, o di recitare, o di cucinare in tv quindi avverto la necessità di accreditarmi presso il pubblico dei miei fan come artista che si distingue dai suoi simili perché ha pubblicato un libro. E se ora, dentro di me, sono disperato poiché tutti gli altri cantanti attori eccetera hanno scritto il proprio libro, quindi ciò che doveva distinguerci alla fine ci accomuna in un’indistinta massa, subito mi consolo pensando che la prossima volta che andrò in tv il mio sottopancia recherà la scritta ‘cantante e scrittore’, ‘attore e scrittore’, ‘cuoco e scrittore’, eccetera. Gli scrittori professionisti invece non godranno mai di un sottopancia che certifichi la loro capacità artistica nel canto o nel ballo o nella recitazione o ai fornelli, instillando nel pubblico la muta certezza che, se uno scrittore scrive e basta, il suo talento sia piuttosto limitato”. Ecco, se un vip rispondesse così alle solite interviste fotocopia, il suo libro lo comprerei in un attimo. Purtroppo non accade mai.
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Le incoronazioni costano, scandalizzarsi no
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