Dopo aver abolito la povertà ora il governo si occupi della poveranza

Antonio Gurrado

La storia dell'ex vincitrice di “Chi vuol essere milionario?” e un paese in cui tanti si sentono in diritto di essere più ricchi di quanto effettivamente siano

Ora che il governo abolisce la povertà, resta da risolvere il problema della poveranza. Si tratta di un neologismo che propongo per etichettare la drammatica situazione in cui versa una signora che sette anni fa vinse il premio massimo a “Chi vuol essere milionario?”. Da Spy Magazine apprendo che costei anzitutto si è vista decurtata la vincita dallo Stato, che s'è tenuto il 20 per cento riducendo il milione a miseri ottocentomila euro. Dopo di che, comprata una villetta e tentato l'avviamento di una gelateria che però è fallita, la signora è rimasta in bolletta: cioè con un'abitazione comoda che le permette di mantenersi più che dignitosamente pur senza avere un lavoro. Ulteriore onta, nessuna emittente televisiva ha più accettato la sua domanda per tornare a concorrere in un quiz. È un problema, la poveranza, caratteristico di una nazione in cui tanti si sentono in diritto di essere più ricchi di quanto effettivamente siano; e in cui qualsiasi botta di fortuna non è sufficiente ad astenersi dallo sport nazionale, la lamentela continua ingiustificata. Ora che il governo abolisce la povertà, certamente affronterà la piaga della poveranza. Glielo chiedono indignati tutti gli spettatori di telequiz che magari non hanno lavoro o non possiedono una casa o pagano tasse ben superiori al 20 per cento, senza avere da parte lo straccio di un milione di euro.    

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