L'errore di Oxford, che pensava di prendere sul serio Grillo
Gli studenti, quando hanno sentito parlare il comico, si sono resi conto troppo tardi che Grillo non è un reperto da osservare con curiosità etnografica fine a se stessa
Increscioso quantunque, l’episodio della contestazione di Beppe Grillo a Oxford è significativo dell’evoluzione del rapporto fra popolo ed élite. Il motivo per cui infatti l’Elevato ha accolto l’invito degli studenti della Oxford Union era probabilmente di accreditarsi, secondo quel modo approssimativo e confuso tipico del grillismo: accostando il proprio nome al marchio “Oxford” ha presumibilmente voluto indicare alla propria massa di seguaci un avvenuto approdo, l’accoglienza presso la platea accademica più prestigiosa al mondo. I fan di Grillo non sottilizzano, non stanno a soppesare che l’Oxford Union è composta da studenti che allestiscono incontri su invito, non da docenti che imbastiscono lezioni ex cathedra. Per evitare tuttavia di apparire appiattito sulla classe intellettuale che brama e disprezza – la casta! – ecco la trovata di presentarsi bendato e di far emergere in sostanza il guitto in un contesto che si presumeva serio; donde i fischi e la polemica.
Quanto ai membri della Oxford Union, élite di una élite, è probabile sia accaduto questo: consapevoli di essere privilegiati e di risultare sovente antipatici, ma non per questo meno presuntuosi, hanno ritenuto di giocare col fuoco invitando in Beppe Grillo un outstider orwelliano che vellicava la loro curiosità. Si saranno detti che, se costituisce un fenomeno politico serio, Grillo merita di essere preso sul serio; mentre, se è soltanto l’eccentrico giullare di una repubblica delle banane, allora sarebbe stato un pittoresco intrattenimento, una stravaganza da salotto come l’uomo con l’impianto stereo nel naso o, che so, il nano più alto del mondo. Quando l’hanno visto arrivare e sentito parlare, si sono resi conto troppo tardi che Grillo non è un reperto da osservare con curiosità etnografica fine a se stessa, costituisce un fenomeno politico serio che non può essere preso sul serio. Allora hanno contestato, in lui, il proprio errore.