Da San Valentino a Sanremo, per favore dite a Salvini "voi cosa ne pensate"
È significativo che il ministro non si lasci mai sfuggire l’attimo in cui può dire la propria sulle questioni centrali nelle dispute da bar
Dall’abolizione di San Valentino al festival di Sanremo, ogni giorno di questa settimana Matteo Salvini ha affrontato sui social temi non strettamente politici. Non ho proseguito oltre la mia retrospettiva, altrimenti chissà quale cimitero di passate frivolezze occasionali avrei trovato, prontamente dimenticate dagli italiani dopo aver lambito la loro mente. È significativo che il ministro più importante del governo non si lasci mai sfuggire l’attimo in cui può dire la propria sulle questioni centrali nelle dispute da bar, segno di vicinanza culturale alla gente, concludendo spesso con l’appello all’interesse collettivo: “E voi cosa ne pensate?”. Per quanto espresse dispensando bacioni, che ricambio, le opinioni quotidiane del ministro dell’Interno hanno infatti un aspetto che forse nemmeno rientra nella sua intenzione: richiamano i tempi in bianco e nero della Prima Repubblica in cui si reputava auspicabile che i politici mettessero bocca nei gusti privati degli italiani. Roba da braghettoni democristiani, come il celebre schiaffo di Scalfaro a una signora troppo scollata al ristorante o le indicazioni sulle parole troppo ambigue per essere ascoltate in tinello durante un tg. Oggi siamo ai tempi coloratissimi dei social e credevo avessimo riconquistato l’indipendenza della vita dalla politica. Però l’entusiasmo con cui rincorriamo le opinioni di un ministro sulla tv, sul cibo, sulla musica o sullo sport mi fa ricredere: vuol dire che preferiamo un’Italia in cui non si possa bere una spremuta o ascoltare Vasco senza schierarsi, o con lui o contro di lui. E voi cosa ne pensate?
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