Perché Greta Thunberg non c'entra nulla con Giovanna d'Arco
Nello spettacolo teatrale di Monica Guerritore l'icona della lotta ai cambiamenti climatici è paragonata all'eroina francese. Che però combatteva per difendere lo status quo
Pensavo fosse Greta Thunberg invece era Giovanna d'Arco. Monica Guerritore sta portando a termine le repliche - circa cinquecento - dello spettacolo che ha scritto e diretto sulla Pulzella d'Orléans e, ai giornali, assicura che "Giovanna mi ha trasmesso la sua voglia di lottare contro il potere: una ragazza contro, come quelle che oggi vanno in piazza per cambiare il mondo". Nello spettacolo infatti la Pulzella viene accostata a figure di grandi ribelli, da Che Guevara a Martin Luther King fino al ragazzo in piedi di fronte al carro armato di piazza Tienanmen. Dai libri di storia tuttavia risulta che, nel 1429, Giovanna d'Arco prese le armi alla guida di un contingente concessole da Carlo VII di Valois non per cambiare il mondo, o almeno la Francia, ma per far sì che restasse esattamente come era prima. Infatti Carlo VII era il legittimo erede al trono di Francia ma suo padre Carlo VI, afflitto da malattia mentale, nei 1420 era stato costretto dagli inglesi e dai ribelli sostenitori dei duchi di Borgogna a firmare un documento in cui dichiarava bastardo suo figlio e proclamava erede il re d'Inghilterra. Col suo eroismo, Giovanna ottenne invece che Carlo VII venisse incoronato nella cattedrale di Reims e riconosciuto sovrano secondo la legittima linea di discendenza: non sembra molto ostile al potere, tanto che (si racconta) la prima volta che incontrò Carlo VII gli si buttò alle ginocchia nonostante il sovrano si fosse travestito da cortigiano per saggiare la fedeltà della Pulzella. Altro che Tienanmen, altro che Che Guevara: anzi, Giovanna d'Arco sembra proprio combattere per la stabilità del potere messo in discussione da forze ribelli - quegli stessi ribelli che la fecero processare e mettere al rogo. Urgono altre cinquecento repliche per ripassare.