Così il vescovo di Lecce trasforma le chiese in musei
Biglietto d'ingresso di 5 euro per visitare il Duomo, dieci per il pass cumulativo. La curia ha affidato il progetto a una cooperativa ma la bellezza attorno agli altari è destinata a smuovere gli animi, non a fare cassa
Ieri si chiamava simonia, il commercio di beni spirituali, oggi più elegantemente si chiama “progetto”: come quello che la curia vescovile di Lecce ha affidato a una cooperativa acciocché si paghi un ticket per accedere alle chiese del capoluogo salentino. Cinque euro per il Duomo o per Santa Croce, due euro per San Matteo o per Santa Chiara, dieci euro per il pass cumulativo, venti euro il forfait per le famiglie, quattro euro lo sconto per gli studenti, mentre per i militari non si sa. Chi propugna il turismo a pagamento nei luoghi sacri li riduce a musei: dimentica infatti che la bellezza attorno agli altari è destinata a smuovere gli animi, non a fare cassa; è preghiera, non Disneyland. Oggi si chiama progetto ma dovrebbe chiamarsi resa, questo piano sistematico di spoliazione del trascendente: se un turista fosse colto da una crisi mistica, dinanzi al maestoso splendore del sacro leccese, dovrebbe rivolgersi alla Chiesa o alla cooperativa?