Se i bambini sotto i dieci anni sono più vecchi dei senatori
Il concorso indetto dal Senato “Vorrei una legge che…” ha premiato disegni di legge che non proprio il florilegio di fantasia anarchica che ci si aspetterebbe da alunni di quinta elementare
Contro il logorio della politica moderna ho cercato rifugio fra le brillanti promesse vincitrici del premio “Vorrei una legge che…”. Si tratta di un concorso indetto da Palazzo Madama per alunni di quinta elementare che, magari, fra un mezzo secolo saranno senatori.
Risultano premiati disegni di legge per incentivare lo studio dell’astronomia, smaltire la plastica, confrontarsi sul tema della cittadinanza, limitare l’uso della tecnologia, riciclare abiti, tutelare gli anziani e promuovere la Costituzione negli uffici pubblici: non proprio il florilegio di fantasia anarchica che ci si aspetterebbe da bambini sotto i dieci anni. Vuol dire che il Senato ha selezionato progetti che non urtassero la canizie, e allora non va bene. Oppure che i maestri hanno utilizzato i pargoli come strumento inane dei propri ideali falliti, e allora va male. O infine che i bambini sono così ansiosi di compiacere gli adulti da essere precocemente invecchiati, e allora va malissimo.
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