Come funziona l'Italia. Una storia di condizionatori e burocrazia
La vicenda dei climatizzatori rotti in un ufficio pubblico del Vicentino è un esempio perfetto delle procedure barocche che governano la Pa
I più attenti di voi avranno notato che fa caldo, soprattutto se vivono ad Arzignano (Vicenza) e hanno bisogno di andare alla Camera di Commercio. Gli uffici in questione sono chiusi fino a luglio per eccesso di temperatura: i condizionatori non funzionano e, spulciando neglette gride, chi di dovere si è accorto che le normative vigenti impediscono di lavorare in locali la cui temperatura superi stabilmente i 32 gradi Celsius. Ovviamente tutti hanno protestato (tutti protestano sempre) chiedendosi cosa dovrebbe dire allora chi lavora in ambienti non climatizzati o magari direttamente sotto il sole. Il punto però non è tanto la chiusura in sé quanto la chiusura fino a luglio: davvero ci vuole una decina di giorni per sostituire gli erogatori di un impianto altrimenti funzionante? Pare di sì: trattandosi di uffici pubblici, il comune è tenuto a richiedere preventivi a più ditte specializzate, vagliarli, compararli, scegliere la proposta più vantaggiosa e concedere l’affidamento dei lavori secondo una procedura barocca che, nel frattempo, potrebbe far squagliare la Camera di Commercio e Arzignano tutta. A riprova del fatto che spesso, in Italia, non sono i condizionatori che non funzionano ma qualcos’altro.
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