La regola del "ma non" spiegata con l'europarlamentare leghista Susanna Ceccardi
E' la più giovane rappresentante del Carroccio a Strasburgo e un suo selfie con Berlusconi è diventato virale
Scusate ma mi fa simpatia Susanna Ceccardi, pisana, la leghista più giovane al Parlamento europeo. Dal Corriere di oggi emerge che tifa Milan ma non va a San Siro, e fin qui è in buona compagnia. Poi è la più giovane del suo partito ma non del gruppo sovranista di Identità e democrazia, e anche qui pazienza. Quindi rivela che ha dato tutti gli esami di giurisprudenza ma non ha discusso la tesi di laurea, e qui si fa strada il sospetto che il “ma non” sia una sua poetica ben definita. Lo conferma il suo racconto del selfie a Strasburgo con Berlusconi: “È stato molto cortese”, spiega, “ma non gli ho parlato“. Altro che selfie, la scena del leader di Forza Italia che usa le buone maniere mentre la giovane leghista resta muta come un pesce sarebbe diventata un video virale. Fatto sta che, drastica quantunque, questa scelta del “ma non” è in linea col partito di appartenenza, quasi un eccesso di zelo. La Lega infatti ha più voti degli altri ma non ha più deputati; draga consensi dal centrodestra ma non governa col centrodestra; vuole le autonomie regionali ma non riesce a ottenerle; reclama la flat tax ma non si sa con quali soldi; voleva spaccare tutto nelle nomine europee ma non le è andata proprio benissimo.