Le spogliarelliste di Sheffield ce l'hanno con le femministe
Sono scese in piazza per protestare contro un'associazione che voleva chiudere il loro locale. E l'episodio ha aperto un dilemma filosofico
L’insurrezione delle spogliarelliste di Sheffield è solo in apparenza una notizia pruriginosa; pone invece un intricato dilemma di filosofia morale. I fatti: un’associazione femminista interviene in difesa delle ragazze di uno strip club e, per svincolarle dal mestiere poco dignitoso, ingaggia investigatori privati che filmino le palpatine più o meno fugaci dietro i separé. Così il locale viene denunciato per sfruttamento e ne viene chiesta la chiusura alle autorità competenti. A questo punto le spogliarelliste si ribellano e scendono in piazza a manifestare, non contro i gestori ma contro le femministe, rivendicando il diritto ad acconsentire liberamente allo sfruttamento. Segue dibattito. È accettabile il diritto a subire un danno? È legittimo privare qualcuno di una libertà allo scopo di poterlo liberare? L’individuazione del bene va lasciata ai beneficiari o ai benefattori? Soprattutto, è giusto compiere una cattiva azione in vista di un fine che la contraddice, ovvero diffondere filmati clandestini di corpi nudi per evitare l’esposizione e la mercificazione di quegli stessi corpi? Roba da far litigare i filosofi talmente a lungo che, a giudicare alla rapidità con cui invece i preposti hanno assolto lo strip club, sorge quasi il sospetto che fossero interessati più alla pratica che alla teoria.