La foto incriminata di Elizabeth May

Che strano paese è il Canada

Antonio Gurrado

Dopo lo scandalo surreale del black face di Trudeau, ecco l'esibizionismo green della leader dei Verdi. La classe politica da quelle parti ha bisogno di uno psicologo

Impetro clemenza per Elizabeth May, la leader dei Verdi canadesi il cui staff ha diffuso una foto ritoccata: nell’originale teneva in mano un bicchiere di plastica che, con un po’ di photoshop, è diventato compostabile. In Canada, forse, più che di buoni politici hanno bisogno di buoni psicologi, viste le reazioni spropositate a questo peccato veniale e visto il precedente delle critiche che hanno improvvisamente subissato Trudeau, il buon governante più amato dai buoni, a causa di un’innocente mascherata risalente a tempi remoti.

 

  

La mancanza di Elizabeth May è tutt’al più un’altra. Non appena smascherato il trucchetto nella foto, da un lato si è precipitata a dire che era tutta colpa dello staff, dall’altro si è affannata a spiegare che lei figuriamoci, evita gli oggetti di plastica ogni volta che può, beve da una tazza personale che la segue ovunque e, per ogni evenienza, si porta sempre appresso degli utensili in bambù. Il problema non è a cosa servano precisamente a un leader politico degli utensili in bambù, bensì che Elizabeth May ha cercato di rimediare alla piccola vanità ecologica della foto ritoccata con la sesquipedale vanità ecologica della vita personale a impatto zero, pirotecnia esibizionistica di nessun rilievo politico ma costituisce la cifra dell’ambientalismo contemporaneo. Per questo è stata ipocrita a scaricare la colpa: il suo staff, photoshoppando il bicchiere di plastica, non ha fatto altro che seguire Elizabeth May sulla strada dell’esibizionismo, peccando soltanto per eccesso di zelo.