I catastrofisti ambientali, 43 anni fa
La paura della fine del mondo imminente, ben prima dei Friday for Future e della fondazione dei Verdi e dello sviluppo del senso di colpa per gli effetti climatici del capitalismo
Sfogliando un numero di Topolino del 1976, fra otto pagine di reportage sull’Interpol e un gioco a premi per vincere pistole in replica, scovo una pubblicità apocalittica dell’Ovomaltina. Acquistandola si ricevevano in regalo, cito, “le magnifiche figurine degli animali che stanno per sparire dalla faccia della terra”, da collezionare in un album che probabilmente doveva servire a serbarne imperitura la memoria. Dunque sui giovani e sui giovanissimi faceva aggio già quarantatré anni or sono la pressione della fine del mondo imminente, dell’estinzione annunciata, del si salvi chi può; ben prima dei Friday for Future e della fondazione dei Verdi e dello sviluppo del senso di colpa per gli effetti ambientali del capitalismo.
È anche, quella pubblicità scaduta, la testimonianza della presunzione dell’uomo quando decreta precipitosamente il destino del cosmo: gli animali che dovevano sparire dalla faccia della terra devono ancora farlo, mentre gli album iettatori con le magnifiche figurine degli antichi collezionisti sono finiti in soffitte e scantinati a sfaldarsi o a venire rosicchiati o, peggio, dimenticati nonostante tutta la loro urgenza che spingeva a comprare l’Ovomaltina per salvare il mondo.
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