Così il pol. corr. uccide l'avventura

Perfino Helen Mirren, una delle attrici più brave del mondo, ha dovuto raccontare la nuova serie "Caterina la grande" con il ritornello che il pubblico vuole sentirsi dire. Rendendo i complotti dell'imperatrice di Russia molto meno interessanti

Antonio Gurrado

Cosa non si deve fare per vendere una serie tv: perfino Helen Mirren, una delle più grandi attrici del mondo o la più grande, ha dovuto propagandare “Caterina la grande” dichiarando alla stampa ciò che il pubblico vuole sentirsi dire. E cioè che Caterina II di Russia era una protofemminista in un mondo arcaico e complesso, una donna moderna che ebbe il coraggio di regnare su un paese sconfinato, una persona innamorata dell’amore che coltivava numerosi amanti con generosità ma non senza le necessarie cautele. Peccato. Se la stessa identica storia fosse stata pubblicizzata come la vita della donna che, complottando con uno degli amanti, era riuscita a succedere dopo solo sei mesi allo zar suo marito, facendolo detronizzare, internare e probabilmente uccidere, sarebbe parsa una serie molto più interessante.