Perché sarebbe stato meglio non licenziare Giovanna Vivinetto, prof transessuale
Non so cosa sperare sul motivo del benservito all'insegnante romana di scuola paritaria
Spero che Giovanna Vivinetto, insegnante romana di scuola paritaria, non sia stata licenziata in tronco perché transessuale. Inutile dirlo, sarebbe una discriminazione sotto gli occhi di tutti.
Ma spero anche che non sia stata licenziata per questioni didattiche o metodologiche, come scritto dalla scuola in una nota. Se davvero gli alunni hanno ottenuto la testa di una docente protestando, come pare, perché spiegava in modo troppo veloce o troppo astruso, allora addio alla libertà di insegnamento dei docenti e allo sforzo di miglioramento degli studenti.
Spero che non sia stata licenziata su richiesta dei genitori, perché allora le famiglie farebbero meglio a tenersi direttamente i figli a casa.
Spero che non sia stata licenziata nemmeno perché nota autrice di poesie, tanto che una sua raccolta ha vinto il premio Viareggio. Nel migliore dei casi sarebbe invidia, nel peggiore un tentativo di ridurre la persona dell’insegnante a macchinetta che deve far lezione e basta.
Insomma, non so cosa sperare sul motivo del licenziamento di Giovanna Vivinetto; forse sarebbe stato meglio non licenziarla affatto.