Abbracciare alberi ora vale più della ricerca scientifica
Al Politecnico di Milano i manifestanti si oppongono alla costruzione della nuova palazzina di Chimica
Se passando da Milano trovate qualcuno abbracciato a un tronco, non preoccupatevi: non è impazzito, sta solo protestando contro l’abbattimento di quello e altri centoquaranta alberi per fare spazio alla nuova palazzina di Chimica del Politecnico. Pare che le ruspe siano ferme da un paio di giorni e i lavori, di conseguenza, siano bloccati mentre i manifestanti richiedono l’intervento di una commissione di esperti che valuti l’impatto ambientale dell’intervento. Dovranno essere, presumo, esperti in botanica abbastanza bravi da argomentare perché non vadano abbattuti, fra quegli alberi, almeno quelli lasciati andare in malora; ma anche esperti in matematica abbastanza bravi da spiegare perché non sia accettabile che a fronte dei centoquaranta alberi rimossi il Politecnico ne faccia piantare altri quattrocento nell’area del campus, nonché esperti in sociologia abbastanza bravi da dimostrare che, per la salvezza del mondo, centoquaranta alberi siano più rilevanti di nuovi istituti di chimica, di laboratori più avanzati in cui far progredire la conoscenza nel settore e magari fare anche qualche scoperta utile. Se passando da Milano trovate qualcuno abbracciato a un albero, non preoccupatevi: non è impazzito, sta solo protestando contro la ricerca scientifica.
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