lI supercommentatore
Cronaca di una telecronaca con sovrabbondanza di punti esclamativi e superlativi
Stavo guardando la partita sulla tv a pagamento e, tutt’a un tratto, mi sono riavuto quando il cronista ha strillato che quella cui avevamo appena assistito non era una parata, era una superparata! Il punto esclamativo è suo. Io sono più da punto interrogativo, infatti mi sono subito chiesto cos’avesse di super una parata che, in quanto tale, aveva come effetto precipuo quello di evitare che il pallone andasse in rete, proprio ciò per cui un portiere viene pagato apposta: tanto più che il gesto atletico sarebbe stato notevole se a compierlo fossi stato io, che a stento riesco ad alzarmi dal divano, non uno che ha la metà dei miei anni e passa ad allenarsi tutto il tempo che io trascorro a rimpiangere di non essere ricco come lui. Quand’ecco che subito, a rimorchio del cronista, il commentatore tecnico ha aggiunto che a propiziare la superparata era stata l’azione degli avversari, una vera superazione! Anche questo punto esclamativo è suo. Io sono più portato per i punti e virgola, quindi posso limitarmi a riferire che l’azione consisteva in uno che la passava a un altro; il quale la passava a un altro ancora; al quale veniva l’idea di crossare in area; lì dove uno aveva addirittura tirato, il temerario. Guardo partite dalla nascita e non posso dire di essere rimasto colpito dalla novità. Salvo poi comprendere che, con questo scialo di superlativi, di superazioni che generano superparate, il supercronista e il supercommentatore stavano preparando il terreno al momento in cui, scaduto l’abbonamento, per guardare superpartite sulla tv a pagamento dovrò scucire dei supersoldi! Questo punto esclamativo, purtroppo, è mio.