Assorbenti solidali
La “tampon box” di un liceo milanese e una spiazzante scoperta
Sono un ragazzo distratto quindi ho letto che, in un liceo milanese, era stata introdotta la tampon tax. Lievemente preoccupato, ho letto meglio e ho scoperto che in realtà, in quel liceo milanese, era stato introdotto il tampon box: uno scatolone nel bagno delle ragazze, in cui chi desidera può lasciare confezioni di assorbenti e chi ne ha bisogno può prenderli. È facile, è anonimo, è igienico e discreto. Bravi.
Siccome però mi sembrava tutto troppo bello per essere vero, ho letto ancora meglio ed eccola lì la magagna: pare che il tampon box sia stato concesso ai liceali solo dopo aver faticosamente prevalso su non meglio precisate resistenze, presumo di genitori e docenti.
Allora ho cercato di chiedermi a cosa potessero mai essere dovute le remore degli adulti. Forse alla sconvenienza di ammettere che anche figlie e alunne hanno le loro cose; forse al timore che i bulli infilassero gli assorbenti nella trachea altrui; forse al solito lieve disagio che nei benpensanti suscita il bisogno quando incontra la generosità. O forse, più probabilmente, all’improvvisa, spiazzante scoperta che il modo più efficace per insegnare la solidarietà non passa dai discorsi edificanti ma si sporca le mani nel triviale.
Bandiera bianca
La vittoria di Meloni (Simona, non Giorgia) e le parole magiche
Bandiera bianca