Promuovere fa solo danni
Perché nelle province in cui è più elevata la percentuale di candidati che superano l’esame di scuola guida è poi più elevata la quantità di incidenti con danni fisici?
I dati sugli effetti a lungo termine degli esami della patente non riguardano soltanto il ministero dei Trasporti ma devono interessare anche al ministero dell’Istruzione. Accade, in sintesi, che nelle province in cui è più elevata la percentuale di candidati promossi all’esame di scuola guida sia poi più elevata la quantità di incidenti con danni fisici. Per spiegare il fenomeno senza farlo capire qualcuno è ricorso alle giustificazioni più astruse, ad esempio sostenere che i guidatori principianti siano tutti coscienziosissimi fino all’esame ma poi, ottenuta la patente, smettano di rispettare il codice della strada che hanno studiato fino a un attimo prima; sarebbe a dire che chi va bene a scuola poi, appena inizia a lavorare, diventa un cazzone. Invece sono dati talmente lampanti che possono essere interpretati come allegoria della scuola in generale, del sistema dell’istruzione in Italia. Anzitutto, gli esami vanno tutti bene al sud e la massima concentrazione di incidenti è al sud: non vi sembra che si stia parlando della curiosa concomitanza, nelle stesse regioni, fra esorbitanti voti di maturità e ignoranza abissale? Inoltre, la pioggia di patenti su persone che poi rivelano di non saper guidare è simbolo di un’istruzione il cui obiettivo – nella mente dell’alunno e del docente – è il pezzo di carta, il diplomino, non l’imparare a stare al mondo. Infine, il fatto che le province più restie a far superare gli esami siano quelle in cui ci sono meno incidenti ha un’implicazione talmente macroscopica da sembrare indicibile. Se si vuole insegnare qualcosa bisogna bocciare; promuovere fa solo danni.