Giuseppe Conte (foto LaPresse)

Rassegniamoci: l'Italia è pronta per un "Conte tris"

Antonio Gurrado

Una concomitanza di motivi inconsci ci porterà, ancora una volta, a storpiare l'italiano

Succederà sicuramente, sta succedendo, è già successo: qualcuno, parlando di un eventuale nuovo governo con lo stesso presidente del Consiglio, parlerà di Conte tris anziché di Conte ter come vorrebbero la grammatica istituzionale e quella latina. Accadrà (accade, è accaduto) per una concomitanza di motivi inconsci: siamo una nazione famelica e ossessionata dai fornelli, quindi abbiamo fisso in mente il tris di primi; abbiamo della strategia politica una visione imperniata sull'ammirazione per chi sa puntare sui cavalli giusti, come nella corsa tris; e, fatalmente, all'azzardo di una crisi di governo associamo in automatico la fortuna cieca di chi gioca a carte.

 

Certo, in passato ci sono già stati presidenti del consiglio reiterati che al proprio nome hanno giustapposto il numero romano III senza che nessuno violentasse la dicitura ufficiale: all'epoca però non c'era ancora una classe dirigente come quella grillina, che non conosce il latino meglio dell'italiano (o della storia, o della geografia, o della giurisprudenza); né c'era un'opposizione così versata nel sistematico sminuimento dell'avversario, trascinandolo su un registro lessicale più basso (come fa Salvini dicendo "Conte, Conte bis, Conte Dracula"; "barchini e barconi"; "casus belli o casus brutti", e cose peggiori). Rassegniamoci: la nazione è matura per il governo Conte tris e, se siamo fortunati, anche per il Conte poker.

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