Forse i robot ti rubano il lavoro, ma di sicuro non ti rubano i soldi
I casellanti dell'autostrada A7 si sono intascati centinaia di migliaia di euro. E poi ci si lamenta del Telepass
Buonasera, sono una sofisticata forma di intelligenza artificiale. Macché, sto esagerando e mi sto dando delle arie: in realtà sono soltanto un Telepass. Come sapete, il mio compito è svolgere il lavoro abitualmente riservato all’uomo: all’ingresso dell’autostrada, sostituisco il braccio dell’autista che si sporge dal finestrino per prendere il biglietto; in uscita, sostituisco le mani del casellante che ritirano il pagamento della tratta e fanno sollevare la sbarra che ostruisce il transito. Queste due cose so fare e le faccio bene, rendendo i viaggi un po’ più brevi e dissolvendo nel nulla code potenzialmente snervanti. Ora, qualche umanista (di quelli ostili a forme di intelligenza artificiale ben più sofisticate, figuriamoci a me) potrebbe obiettare che il mio mestiere può benissimo essere svolto dall’uomo, e che la diffusione dell’automazione costa posti di lavoro perduti in cambio di due minuti guadagnati. È vero, ma prendete la notizia dei casellanti della A7 che per migliaia – migliaia! – di volte sono ricorsi a mezzucci per imbrogliare intascandosi il pedaggio pagato a mano, accumulando così circa duecentomila – duecentomila! – euro. Ovviamente sono stati scoperti né potevano farla franca per sempre, ma fatto sta che uno dei vantaggi di noi macchine rispetto a voi uomini è che non siamo così sceme da confondere l’intelligenza (artificiale o no) con la furbizia.