Ti conosco, mascherina!
Ormai somiglia a uno status symbol che mette al riparo dalle leggi, esaltando l'ignoranza di taluni che la indossano
Ti conosco, mascherina! Anzi, a essere precisi, finalmente ti riconosco. Stamane, in un negozio di alimentari, mentre tutti rispettavano pacatamente la consegna di entrare un po’ per volta e tenersi al canonico metro di distanza, una signora decorata in viso da una futuristica (e un po’ lercia) mascherina con filtro ha preteso di farsi largo, nonostante fosse già stato raggiunto il numero limite, e di basculare pericolosamente vicina al suo prossimo, che, nella circostanza, eravamo noi poveri incolpevoli e ligi. “Tanto con la mia mascherina proteggo me stessa e gli altri”, ha spiegato al parterre di atterriti, rivelando così un nuovo, fondamentale aspetto del carattere nazionale esaltato dalla mascherina. Non solo l’ignoranza, poiché la mascherina non rende invulnerabili; non solo la pecoroneria, giacché la caccia alla mascherina dipende dalla convinzione che tutti ce l’abbiano; non solo la sconsideratezza, visto che la penuria di mascherine causa un innalzamento dei costi per l’eroico personale medico e paramedico che ne ha bisogno davvero. Ma eccola, finalmente, la funzione che ha fatto innamorare gli italiani della mascherina: la garanzia di privilegio, lo status symbol che mette al riparo dalle leggi, la discriminazione nei confronti degli stolti che a muso nudo si limitano a voler rispettare le regole.
Bandiera bianca
La vittoria di Meloni (Simona, non Giorgia) e le parole magiche
Bandiera bianca