Il nostro corpo può essere un'arma
Tossire e sputare come gesto di sbadataggine o cattiveria. Serve una presa di coscienza collettiva
È appena successo, era già successo e risuccederà. Ieri a Mestre una signora in coda al supermercato, richiamata dalla cassiera a rispettare la distanza di sicurezza, si è vendicata tossendole in faccia. Così come, qualche giorno fa, dei tizi in fila per il tampone in un ospedale campano, stufi di aspettare, si sono messi a sputare addosso al personale sanitario. C’è una novella di Pirandello, una delle ultime, che racconta di un uomo che ha il potere di uccidere le persone con un soffio. Le prime volte lo fa per caso, poi per capacitarsi, fino a che non si mette a soffiare a casaccio tra la folla che passeggia uccidendo persone a migliaia e proclamando che è lui, l’epidemia.
Con l’emergenza Coronavirus è successo qualcosa del genere: abbiamo scoperto che il nostro corpo può essere un’arma e ne disponiamo ciascuno secondo il proprio carattere, chi con terrore, chi con eccessiva disinvoltura, chi con sbadataggine, chi con l’aggressività dei casi di cui sopra. Fra i vari, durante quest’emergenza, dobbiamo tenere a bada anche il pericolo di cedere – per egoismo, per frustrazione, per pura malvagità – alla tentazione del soffio assassino; alla tentazione di tirar fuori dalla bocca quel granello di male che ciascuno si porta nell’anima e di essere noi, l’epidemia.