Chiudere la stalla dopo che i buoi si sono laureati
C'è chi vorrebbe tanto sostituire Lucia Azzolina come ministro dell’Istruzione anche se, a ben guardare, lei avrebbe tutte le carte in regola. Che cosa c’è che non va?
Sostiene Lucia Azzolina di sognare una scuola in cui gli alunni sono felici quando arrivano e tristi quando se ne vanno. Auspicio sindacabile dal punto di vista dei genitori, i quali magari potrebbero domandarsi: “Cosa cavolo fanno a scuola a mio figlio, visto che tutte le mattine ci va entusiasta ma tutti i pomeriggi torna disperato?”. Auspicio però perfettamente in linea con l’incarico da ministro dell’Istruzione: prima di andarsene più o meno bastonati dall’opinione pubblica, infatti, tutti i titolari del dicastero ci arrivano con una certa ottimistica baldanza; al punto che in questi giorni, del tutto dimentichi del dettaglio che un ministro c’è già, altri si stanno facendo avanti per l’incarico.
Il capo della task force sulla scuola Patrizio Bianchi si è detto disponibile, mentre l’ex ministro Lorenzo Fioramonti ha lanciato l’idea di tornare, realizzando così le prime dimissioni boomerang della storia: le presenta, resta spiazzato perché non credeva le accettassero davvero, quindi le ritira unilateralmente sei mesi dopo riproponendosi come i peperoni.
Di là da una certa scostumatezza istituzionale, il sottinteso di questo affannarsi a voler sostituire la Azzolina sta nel nemmeno tacito presupposto che si sia dimostrata inadeguata. Eppure, a ben guardare, la Azzolina ha tutte le carte in regola: ottimi risultati al liceo, laurea in filosofia, studi per essere abilitata all’insegnamento (la famigerata SSIS), carriera da docente, specializzazione nel sostegno, ulteriore laurea in giurisprudenza. Ebbene, cosa c’è che non va? Forse il fatto che i coetanei di Lucia Azzolina e miei, ormai adulti, sono il prodotto di un sistema dell’istruzione che nell’ultima trentina d’anni ha badato più alla forma che alla sostanza, più al titolo che al know how, più alla fuffa che a saperi solidi, più al bel voto che al talento, più ai corsi d’aggiornamento che alla cultura, più alla burocrazia che al buon senso. Fingere ora di fasciarsi la testa e illudersi di risolvere tutto sostituendo il ministro è velleitario; è un tentativo di chiudere la stalla dopo che i buoi si sono laureati.