Scuola senza distanza, scuola senza sostanza
Prima la priorità era la sicurezza, adesso è riaprire le scuole a settembre per non fare una figuraccia: in entrambi i casi è l'apparenza a prevalere sul resto
Scuola senza distanza, scuola senza sostanza. Il famigerato Comitato tecnico-scientifico ha diramato un verbale che consente l’inizio della scuola il 14 settembre in deroga alle misure di sicurezza che lo stesso Comitato aveva individuato come irrinunciabili per far cominciare l’anno scolastico. Siccome gli altrettanto famigerati banchi monoposto non arriveranno entro la scadenza prevista dal bando, siccome i lavori di rifacimento delle strutture e di ampliamento degli ambienti non stanno andando a gonfie vele, siccome l’ottenimento di spazi didattici alternativi (cinema, musei, giardinetti, il mio garage) si è rivelato più lento del previsto, allora si garantisce il regolare avvio delle lezioni in presenza alla bell’e meglio, affidandosi per un paio di settimane un po’ alle mascherine, un po’ al buon senso, un po’ a un fumoso misto fra fortuna e provvidenza. Poi da ottobre (o magari entro Natale), quando le migliorie saranno entrate a regime, le misure di sicurezza torneranno inderogabili, e guai a chi si avvicinerà a meno di un metro ai compagni ai quali sarà stato appiccicato fino al giorno prima.
Ora, noi appena appena sgamati sapevamo che sarebbe andata così; il problema è come lo spieghiamo agli studenti, che prima sono stati tenuti a casa per mesi, poi sono stati bombardati da informazioni sempre più contorte riguardo alla rigidità delle norme cui sarebbero stati sottoposti, e ora stanno per scoprire che a settembre si inizia più o meno come se niente fosse. Sono piccoli, poverini, ma bisognerà spiegare loro che la scuola funziona così: si individua una petizione di principio a cui impiccarsi e per il resto ci si arrabatta per salvare le apparenze. A marzo la priorità era garantire la massima sicurezza, anche a costo di chiudere le scuole per sempre pur di non correre il minimo rischio; adesso la priorità è garantire che chi va sbandierando da settimane il dogma che la scuola inizierà il 14 settembre non rimedi una figuraccia, anche a costo di far passare la sicurezza un po’ in cavalleria. Sembra una contraddizione ma non lo è: in entrambi i casi la priorità è la supremazia della forma sulla sostanza. Sono certo che i membri del Comitato tecnico-scientifico, il Ministro dell’Istruzione e magari anche il Presidente del Consiglio gireranno tutti gli istituti d’Italia per spiegarlo bene, classe per classe.