Gli uomini che odiano le donne sono peggio delle donne che odiano gli uomini?
Il caso di un pamphlet francese in cui si pubblicizza la misandria e cosa sarebbe successo a parti invertite
Implacabile, la giustizia sessuale si è abbattuta su Paul Harmange, un venticinquenne di Lilla che ha pubblicato presso un microscopico editore francese “Io, le donne, le detesto”, pamphlet di cui sono state diffuse quattrocento copie. Un funzionario del ministero delle pari opportunità ha inviato all’editore un monito perché il libro costituisce sin dal titolo un inno alla misoginia, ricordando che è reato incitare all’odio in base al sesso. Il libro è stato ritirato dal catalogo a seguito di denuncia penale. Si sono sprecate le ironie su un autore costretto ad affidare i propri banali pensieri misogini a un editore tanto minuscolo, ma è stato fatto notare che proprio quest’incontrollato sottobosco può costituire un veicolo efficace di circolazione di idee incivili, fungendo magari da detonatore di odii e frustrazioni più profonde e mai sopite nella pancia della società. Tanto peggio in quanto il tono ironico del libello, dal titolo all’ultima pagina, potrebbe indurre a pensare che il tema non sia serio; anzi, costituisce un chiaro tentativo di far passare come boutade innocenti delle idee potenzialmente criminali.
No, scusate, mi sono sbagliato. In realtà si tratta di Pauline Harmage, una venticinquenne di Lilla che ha pubblicato “Io, gli uomini, li detesto” per la stessa casa editrice e con identica tiratura. Alla reprimenda del funzionario del ministero delle pari opportunità, che l’ha accusata di misandria, le reazioni sono state le seguenti: si è evidenziato che si tratta di una casa editrice di nicchia, celebre per posizioni snob e paradossali; si è considerato che la scarsa diffusione del libro ne annulla di fatto la ricaduta sociale; è stato sottolineato il carattere ironico con cui il volumetto affronta certi difetti del genere maschile; il ministro delle pari opportunità si è dissociato dal sottoposto; la tiratura è stata più che raddoppiata.