Diciamoci la verità: in principio, esattamente come nel giardino dell’Eden, guardavamo il Grande Fratello solamente per scoprire se poi avrebbero scopato. Ricorderete che vent’anni fa, quando per la prima volta un manipolo di sciamannati venne chiuso nella Casa per antonomasia, la più grave trasgressione possibile, l’assoluto indicibile e impraticabile davanti alle telecamere, era il sesso; e il fulcro dell’esperimento sociale all’origine stava tutto nel vedere se, messi a stretto contatto ventiquattr’ore su ventiquattro, gli Adami e le Eve dei reality, tutti abbastanza giovani e abbastanza belli, sarebbero riusciti a trattenersi dal fare ciò a cui l’istinto li chiamava ma che la suprema legge televisiva gli vietava. Oggi, vent’anni dopo, il peccato originale si è evoluto e, negli studi del reality, gli epigoni dei progenitori hanno mutato grado: non più sconosciuti comuni mortali sui quali indagare se si sarebbero accoppiati come i comuni mortali che già conoscevamo; bensì personaggi famosi da aspettare al varco del passo falso che avrebbe consentito di tirarli giù dal piedestallo.
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