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Imbalsamare gli animali domestici sì, ma a tempo debito
Un fotografo milanese è specializzato in ritratti di famiglia che comprendono anche l'animale domestico, imbalsamato. Un modo per rendere sempiterno l'amore verso il pet, che però nasconde delle insidie
Buonasera, sono il vostro cane. O il vostro gatto, il vostro pesce rosso, il vostro canarino o ancora – per chi lo preferisce – il vostro criceto, la vostra tartaruga, il vostro cincillà. Sono insomma il vostro animale domestico e vengo con questa mia a comunicarvi la preoccupazione in cui sono incorso apprendendo dell’esercizio, da parte di un fotografo milanese, della seguente specialità: immortalarvi in un ritratto di famiglia assieme al vostro medesimo animale domestico, però imbalsamato. Fonti autorevoli mi confermano che, onde risultare imbalsamato, un animale domestico ha previamente da essere morto. Ammetto che lo spirito alla base di quest’iniziativa sia in fondo ammirevole: è un modo per eternare, in fotografia e in presenza, l’affetto del vostro pet che non c’è più; è anche un modo per fare sì che ci sia ancora e per continuare a dimostrargli, oltre i limiti della biologia, il vostro amore intramontabile.
Va detto d’altronde che l’iniziativa presenta ulteriori innegabili vantaggi: un animale domestico imbalsamato post mortem sta fermo mentre la famiglia è in posa, tanto per cominciare; inoltre potrete godere della sua presenza senza che faccia rumore né sporchi né sparga i propri bisogni per ogni dove; senza contare che non abbisogna di mantenimento né quanto a cibo né quanto a cuccia. State a vedere che adesso imbalsamare gli animali domestici conviene. Ergo con questa mia sono a diffidarvi dagli slanci di amore sempiterno e a raccomandarvi di non volere, per comodità e bellezza, anticipare i tempi. Segue missiva altrettanto allarmata da parte di vostro nonno.
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