Bandiera Bianca
L'evoluzione del torso nudo in politica
Da Mussolini al consigliere grillino, sorpreso a farsi una doccia mentre partecipava ai lavori di una commissione in streaming
Toh, un grillino fregato dallo streaming. Questo è il tenore medio e diffuso dei commenti alla disavventura occorsa a un consigliere comunale milanese del Movimento 5 Stelle, sorpreso a torso nudo in bagno mentre partecipava ai lavori di una commissione.
Ora, siccome non siamo fra verginelli, alzi la mano chi in questi quarantamila mesi del 2020 non ha approfittato di una riunione un po’ così per farsi una doccia oppure la barba oppure peggio mentre, con un orecchio, continuava ad ascoltare cosa dicevano gli altri. La derisione quindi del grillino impudico, che aveva dimenticato di spegnere la videocamera, è un tantino ipocrita.
Più interessante è appuntare questo episodio sul calendario della storia come segnacolo dell’evoluzione del torso nudo in politica. Ai tempi della battaglia del grano (era il giugno 1935) Mussolini fotografato e ritratto senza maglia né camicia era simbolo di autoritarismo in quanto presentava un modello obbligatorio da seguire, una virile indicazione ad agire come lui, secondo le direttive del governo, per il bene della Patria. Era l’autoritarismo di chi esponeva il proprio corpo a fotocamere e tavole da disegno affinché il privato si imponesse come esempio pubblico.
Più di ottant’anni dopo, il torso nudo del grillino in streaming non presenta un modello da seguire ma compie il procedimento inverso: imita ciò che alla fin fine fanno tutti, sbrigare gli affari propri mentre si fa anche altro, avere una mano impegnata nell’attività pubblica e un’altra (metaforicamente) in quella privata, rivendicare il diritto politico di farsi la doccia o la barba mentre si fa il consigliere comunale e viceversa, e dare talmente per scontata la commistione dei due piani da omettere di controllare se gli altri stiano vedendo oppure no. È il nuovo autoritarismo di chi si dimentica di spegnere la videocamera perché se ne frega.
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