Bandiera Bianca

Il miglior modo per non studiare

Antonio Gurrado

Sul web ci sono degli influencer che si piazzano con la testa sui libri, s’inquadrano col cellulare e stanno lì ore a fissare le pagine o a sottolinearle, osservati da sempre più follower che trascorrono così intensi pomeriggi di studio altrui

Pare che l’ultima moda su internet sia guardare la gente che studia. Ci sono degli influencer (pochi, ma aumenteranno) che si piazzano con la testa sui libri, s’inquadrano col cellulare e stanno lì ore a fissare le pagine o a sottolinearle, osservati con acribia da sempre più follower che trascorrono così intensi pomeriggi o lunghe serate di studio altrui.

 

Internet, in fondo, è un buco della serratura universale. Si possono passare intere giornate, volendo, a scrutare quelli che cucinano, quelli che spiegano la chimica, quelli che si accoppiano, quelli che videogiocano, quelli che ruzzolano dalle scale, quelli che montano mensole, quelli che si truccano, e così via. La scopofilia applicata a questi aspetti della vita quotidiana ha tuttavia un comun denominatore nel vantaggio per il guardone: chi osserva ricava, nell’ordine, segreti per una ricetta, nozioni ignote, eccitazione sessuale, trucchetti per la playstation, piacere dalle disgrazie altrui, certezza di non vedersi crollare addosso il mobilio o di non spalmarsi il mascara sulle labbra a seguito di drammatici fraintendimenti.

  

Spiare però una persona che studia pare tuttavia appartenere a un altro genere del voyeurismo virtuale, lo stesso che induce a guardare video di camini che crepitano o di treni in galleria. Si tratta di attività fini a sé stesse, il cui unico compito è di costituire un riempitivo: si guarda il camino o il treno per garantirsi un tempo davvero morto, un effettivo momento sospeso, come quelli che ai tempi in cui ancora esisteva la tv guardavano veramente le pecorelle dell’Intervallo.

 

Non solo. Osservare con accanimento, senza trarne ritorno alcuno, può assumere i tratti della compensazione: guardo il camino perché ho freddo, guardo il treno perché non sono in treno. O anche, finalisticamente, si osserva qualcosa allo scopo di avvertirne e certificarne la mancanza: guardo il camino per sentire freddo, guardo il treno per non viaggiare.

  

Passare dunque ore e ore a osservare gente che studia è il miglior modo per non studiare, rasserenandosi nella consapevolezza che, tanto, lo sta già facendo qualcun altro.

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