Bandiera Bianca
Anche le fiction sono state contagiate
Il Covid arriva in tv. È diventata la via più breve per rassicurare e distrarre
Gente che guarda la tv mi assicura che ormai anche le fiction sono state contagiate. In quelle mediche, le corsie si vedono costrette a fare i conti con un virus mai visto prima che arriva da terre lontane. In quelle catastrofiche, il mondo è sotto la minaccia non solo dei consueti cataclismi, guerre nucleari, terremoti, uragani, ma anche di una pandemia apparentemente incontrollabile. In quelle normali, i personaggi indossano la mascherina (con gran profitto della recitazione nelle produzioni italiane) ed evitano di assembrarsi.
Ho qualche dubbio sull’inserimento del Covid nelle fiction, per un banale caveat narrativo: la finzione ha bisogno di storie concluse, i cui elementi contribuiscano alla conclusione, mentre la storia del Covid è lungi dal termine; non sappiamo come né quando passerà, né tampoco possiamo immaginare cosa troveremo attorno a noi una volta tornata la luce; è materiale troppo informe per essere malleabile creativamente.
Comprendo tuttavia la necessità che ha spinto gli sceneggiatori a inoculare il Covid nelle fiction. Sulle prime ignorarlo poteva sembrare la scelta giusta, sia perché ci aveva presi in contropiede sia perché l’intrattenimento televisivo poteva fornire una distrazione, una via di fuga verso un mondo in cui non c’era Covid. Ora però, col protrarsi dell’emergenza in pianta stabile, far indossare le mascherine a personaggi inventati, annoverare la pandemia fra le apocalissi inverosimili, porre di fronte al nuovo virus medici immaginari che guariscono chiunque in tre quarti d’ora è la via più breve per rassicurare e distrarre: non più facendo evadere dalla realtà del Covid ma facendo evadere il Covid dalla realtà.