Bandiera Bianca

Maturità, t'avessi preso meglio

Antonio Gurrado

Il Tar accoglie la sospensiva sull'esame di uno studente, che voleva 100 ma si era dovuto accontentare di 96. E' la lezione della scuola di oggi: nella vita, quello che conta è avere un bravo avvocato

Finalmente è dimostrato che la scuola serva a qualcosa; negli ultimi anni scolastici, coi disagi di cui sapete, c’era sorto l’inconfessabile dubbio. Apprendo invece che in Trentino il Tar ha accolto la sospensiva relativa all’esame di maturità di uno studente che aveva preso 96/100. Il dorsetto locale del Corriere spiega che i punti sono stati così attribuiti: 55 per i crediti scolastici maturati nel triennio, in base alla media matematica dei voti; altri 40 per la prova d’esame, e di più non si poteva perché è il punteggio massimo; infine un credito extra fra i massimo cinque di bonus che la commissione può attribuire in base a criteri di merito particolare, stabiliti a priori. È tutto il giorno che faccio e rifaccio i conti ma la somma viene sempre 96.

 

Non così per lo studente, convinto che si debba distinguere fra voto reale e voto percepito: essendosi impegnato al massimo, e ambendo a ottenere il massimo, ne consegue che gli spettava il voto massimo. Il ragionamento non fa una grinza e nemmeno il ricorso al silent check del Tar, in attesa che la giustizia faccia il suo corso e la matematica venga adeguata alle ambizioni del richiedente. Al quale, nel frattempo, cinque anni di liceo hanno impartito l’unico insegnamento davvero fondamentale che la scuola possa trasmettere ai cittadini di domani: non conta che voto prendete, per realizzare i vostri sogni l’importante è avere un avvocato.

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