Bandiera bianca
Sessismo mancato
Assistente incompetente, non autorizzata a rilasciare informazioni (e in quel caso comunque non attendibili). Gli ingredienti dello scandalo sul lavoro c'erano tutti: peccato che il superiore in questione fosse una donna
Vorrei segnalare un grave caso di sessismo in una Procura toscana. Il sostituto procuratore ha affisso sulla porta dell’ufficio della propria segretaria – leggo sul dorsetto fiorentino del Corriere – un avviso per indicare che “l’assistente giudiziaria non è autorizzata a fornire alcuna informazione”. Il foglio timbrato e firmato dal sostituto procuratore specifica inoltre: “Nel caso riceviate indicazioni dall’assistente, vogliate considerarle non attendibili”.
Ci sono, in quelle tre righe di burocratese, tutti gli indizi peggiori del maschilismo tossico: la rivendicazione della superiorità gerarchica; l’utilizzo strumentale del suffisso femminile per sottrarre implicitamente credibilità; la negazione della competenza di chi occupa un incarico legittimamente conseguito; la revoca arbitraria delle sue prerogative professionali; l’umiliazione pubblica per far leva sull’insicurezza; nonché, celata appena appena dalla perifrasi bizantina del “vogliate considerarle non attendibili”, una dose massiccia di mansplaining. Sarebbe un caso di sessismo da manuale, se solo il sostituto procuratore non fosse una donna.