Lo striscione appeso ieri dagli studenti del liceo classico Manzoni di Milano per protestare contro "il fittissimo e insostenibile calendario di interrogazioni" (Ansa)

Bandiera bianca

Covid o no... Corre il grido degli studenti: non interrogateci!

Antonio Gurrado

Le pagine locali dei quotidiani grondano appelli e rimostranze, la didattica a distanza come scusa per evitare test e verifiche. Ma lo svolgimento delle lezioni non è mai stato perfettamente regolare, nemmeno prima della pandemia

Dall’Alpe a Sicilia corre il grido degli studenti: non interrogateci! Le pagine locali dei quotidiani grondano appelli e rimostranze, troppe verifiche tutte assieme, anche una o due al giorno, ci sentiamo sotto pressione, ci avete nutrito di didattica a distanza al solo scopo di bocciarci in presenza. Eppure ricordo lamentele simili già nella vita prima del Covid – sì, c’era una vita prima del Covid – poiché a maggio gli insegnanti andavano in fibrillazione, gli studenti sentivano avvicinarsi la linea rossa degli scrutini, le verifiche si accavallavano e non c’era modo di andare in santa pace al bagno senza che un prof in agguato nei recessi dei corridoi ti placcasse per interrogarti a tradimento. Non credo sia questione di didattica a distanza; la didattica a distanza come scusa per non farsi interrogare è la versione 4.0 del cane che ha mangiato il quaderno.

 

Poniamo che davvero si optasse per la sanatoria, niente interrogazioni né verifiche perché lo svolgimento delle lezioni non è stato perfettamente regolare. Bene, si scoprirebbe ben presto come da che scuola è scuola lo svolgimento delle lezioni non sia mai stato perfettamente regolare: gli insegnanti si assentano, i supplenti latitano, una volta nevica, un’altra c’è l’esercitazione antincendio, un giorno non si spiega perché c’è assemblea, un altro perché i ragazzi sono rientrati stanchi dalla gita, il tutto in un contesto di costante stress emotivo diffuso perché, vi rivelo, Covid o non Covid insegnanti e alunni sono da sempre persone con fior di problemi fuor dalle mura scolastiche con cui fare i conti, come tutti. Se ciò bastasse a non interrogare né verificare, non varrebbe più la pena di insegnare né di spiegare e allora sì che si realizzerebbe la vera didattica a distanza: ognuno a casa propria a fare ciò che gli pare e a giugno tutti promossi.

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