BANDIERA BIANCA
Gli altalenanti rapporti tra il Movimento 5 Stelle e lo studio
Da setta contro professori ed esperti a oggetto di studio autonomo per aspiranti leader. Ma la vera apoteosi avverrà quando i grillini passeranno dalla cronaca alla storia
Comunque vada a finire la querelle fra Grillo e Conte, di sicuro si apre una nuova fase dei rapporti fra i Cinque stelle e il valore dello studio. “Devi studiare e imparare cos’è il Movimento”, pare abbia detto infatti l’elevato all’avvocato.
Si era partiti da una prima fase aurorale, in cui i grillini si identificavano in contrapposizione a una casta di professionisti, professoroni ed esperti. Il loro principio era che la democrazia prescindesse dalle qualifiche e che chi non aveva titoli meritasse di governare tanto quanto chi li aveva, o forse più, in ragione di un’ignoranza garanzia d’innocenza. Se dentro e attorno ai grillini hanno a lungo prosperato no-vax, no-Tav e no-tutto, era perché alla radice i Cinque stelle erano un Movimento no-studio.
In una seconda fase è invece prevalsa la differenziazione. È stata l’epoca di Conte, appunto, ma prima ancora dei Paolo Becchi e dei Fioramonti; il Movimento attribuiva valore allo studio ma solo se poteva rivendicare una discontinuità rispetto all’establishment culturale. Aveva titolo di governare solo chi vedeva i propri studi riconosciuti monocraticamente dal Movimento stesso.
Ora Grillo inaugura una terza fase: quella in cui il grillismo garantisce credibilità politica solo a chi studia il grillismo e impara cos’è. Si dischiude all’orizzonte un futuro in cui avranno titolo di governare solo i Movimentologi, non più gli esperti dei Cinque stelle ma gli esperti di Cinque stelle.
A breve seguirà infine la fase in cui il Movimento verrà studiato esclusivamente dagli storici, e sarà la mia preferita.