bandiera bianca
La ricetta del successo editoriale
Una scrittrice italiana esordirà fra più di un anno ma ha già venduto i diritti per traduzioni in diciannove lingue
Sta facendo scalpore il caso della scrittrice italiana che esordirà fra più di un anno, nella seconda metà del 2022, ma ha già venduto i diritti per traduzioni in diciannove lingue. È interessante perché di quest’autrice sappiamo tutto: è seguita da una delle migliori agenzie letterarie d’Italia, è diplomata alla scuola Holden, ha vinto la sezione racconti del Premio Calvino, è un’appassionata lettrice di Elena Ferrante, ha scalato il Monte Rosa, la sua passione sono le figure di donne nella storia, ha scelto come titolo una parola secca preceduta da un articolo determinativo, la trama del suo romanzo è imperniata su un’amicizia femminile durante il fascismo, sia in patria sia all’estero sarà pubblicata da editori di grido e affidabilità assoluta.
Sappiamo tutto salvo com’è il romanzo, perché fino alla fine dell’anno prossimo il suo libro – inteso come oggetto fisico da sfogliare, comprare, leggere e sottolineare – non esisterà.
La notizia è interessante poiché comprova cosa ci voglia per il successo editoriale: un autore con un hobby singolare, un agente formidabile, una scuola di scrittura di gran voga, un premio rinomato, qualche aggancio, un nume tutelare affermato sul mercato, un tema spendibile, un titolo efficace e un riassunto accattivante. Il libro è superfluo; presto se ne potrà fare a meno.
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